Ergonomia e Industry 4.0: l’uomo al centro

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Ergonomia e Industry 4.0: l’uomo al centro

Nel panorama della quarta rivoluzione industriale, la necessità di un approccio incentrato sul fattore umano (human factor) come elemento cardine del ciclo produttivo, sta portando sempre più aziende ad avvalersi, nelle fasi di valutazione e progettazione, dei principi dell’Ergonomia sia fisica che cognitiva.

Il legame tra Ergonomia e Industria 4.0 è molto forte, le sue declinazioni abbracciano in egual misura sia l’aspetto culturale sia quello tecnico e il trait d’union è appunto l’uomo.

Per comprendere quali sono le implicazioni dell’Ergonomia, la sua applicazione nonché i benefici in ambito Industry 4.0, vi riportiamo le parole della dott.ssa Paola Cenni, ergonomo europeo, membro della Commissione Ergonomia dell’UNI e Presidente della sezione Emilia-Romagna della Società Italiana di Ergonomia (SIE), che in un’intervista su Innovation Post ha definito così l’Ergonomia:

“La parola Ergonomia deriva dal Greco (ergon, lavoro e nomos, legge) e vuol dire letteralmente scienza o governo del lavoro: fa riferimento infatti a una cultura e a una tecnica utili per progettare un sistema lavorativo centrato sull’uomo e finalizzato a benessere psicofisico, sicurezza e qualità della performance. Governo sta per una corretta distribuzione delle attività, tenendo ben presente che cosa si può chiedere ad un lavoratore, a livello di competenza ed esperienza, all’interno di un contesto caratterizzato sia da variabili tecnico-fisiche che da variabili organizzative”.

Le parole della dott.ssa Cenni offrono un utile quadro alle diverse implicazioni aziendali dell’Ergonomia ed ai benefici che ne conseguono.

Cultura aziendale e benessere psicofisico

L’Ergonomia a supporto della progettazione offre vantaggi a diversi livelli, in primis un miglior benessere psicofisico ed una maggiore soddisfazione lavorativa, che si traduce in un indubbio aumento della produttività. La scienza ergonomica interviene inoltre nella prevenzione dei rischi per la salute derivanti da sovraccarico biomeccanico, postura e carico mentale.

L’approccio ergonomico, supportato da un’adeguata formazione (destinata ad ingegneri e designer), contribuisce inoltre al superamento di una certa cultura aziendale, che nutre ancora dubbi sul valore aggiunto portato dall’Ergonomia, ritenendola un costo aggiuntivo.

Progettazione a stadi: fondamentale l’esperienza degli operatori

Nell’ambito dell’affidabilità e della sicurezza delle macchine l’approccio ergonomico tiene conto dei principi antropometrici e biomeccanici nella relazione uomo-macchina. La progettazione per stadi affidata a tecnici, ingegneri e designer deve necessariamente avvalersi dell’esperienza degli operatori presenti in azienda. Per ogni fase del processo, sostiene la dott.ssa Cenni, andrebbero riconosciuti: 

  • L’utilità del feedback e dei possibili aggiustamenti migliorativi;
  • L’adeguatezza delle azioni ergonomiche documentate per verificare il rispetto delle norme di buona pratica.

Ergonomia cognitiva

Che ruolo ha l’Ergonomia cognitiva e perché è così importante nella progettazione delle interfacce? Di fronte ad un’interfaccia si attivano i processi cognitivi a partire da un input sensoriale che può essere visivo, uditivo o tattile. L’uomo elabora le informazioni memorizzandole nel breve termine per capire il contesto ed estrapola altri dati dalla memoria a lungo termine. Sulla base di questi processi l’operatore prende una decisione sul comportamento da compiere in sicurezza. Considerando questo contesto risulta chiaro quanto sia importante coinvolgere un ergonomo nella progettazione di tali interfacce: input chiari e user friendly, progettati per essere compatibili con l’assetto neuronale dell’uomo, possono infatti ridurre il rischio di commettere errori e assicurare quindi una maggior sicurezza.

L’Ergonomia, nel contesto di innovazione portato dalla quarta rivoluzione industriale, porta un reale valore aggiunto in tutte le fasi di progettazione e di sviluppo. L’uomo e il suo benessere fisico e mentale sono al centro di questo approccio.

Solo in questo modo infatti, si può arrivare all’ottimizzazione delle performance del sistema di produzione di cui l’operatore è parte integrante e fondamentale.

Leggi qui l’intervista completa alla dott.ssa Paola Cenni.